Caro Presidente, perchè ci sta antipatico il Parco?




Caro Presidente,

E’ sotto gli occhi di tutti che il 24° parco nazionale d’Italia non è partito nei migliori dei modi.
Augurandole buon lavoro per il suo nuovo incarico vorrei anche spendere due parole su questo "parco", che pare stare "antipatico" a molti. Con lei vorrei condividere ad alta voce questa riflessione:

Perchè ci sta antipatico il parco?

Perché credo che sia stato un errore. In questi 18 mesi dalla sua istituzione, nessuno di noi ha capito cosa rappresenti. Appare, oggi, una sorta di entità astratta sopra le nostre teste, ma cosa di fatto sia, nel bene o nel male, nessuno di noi l'ha potuto sperimentare. Questo credo che sia stato un grave errore da parte delle istituzioni. E’ inammissibile che dopo quasi 18 mesi dalla sua istituzione ci sia stato solo silenzio. Non mi è sembrato un modo serio di procedere. Anzi un fatto di cattivo gusto, che non ha fatto altro che alimentare- direi giustamente- sfiducia, rabbia e confusione tra la gente.

Un secondo motivo, invece, credo che sia da imputare alla mancanza totale da parte dei cittadini di strumenti culturali per comprendere quanto stava accadendo. Nessuna campagna di sensibilizzazione, di informazione, niente di niente. Perdiamo tempo a parlare di "fesserie" dalla mattina alla sera senza capire che la gente è spaventata, ha perso ogni tipo di punto di riferimento, ha perso fiducia. Non ci meravigliamo se poi alla gente vengono strani pensieri per la testa. Occorre  ricucire al più presto lo scollamento, che si è venuto a creare fra istituzioni e comunità. E' chiaro che nessun parco può funzionare senza condivisione e partecipazione da parte dei cittadini.

Due cose da fare nell'immediato:
- Riportare l'asino pantesco all'interno del 24° parco nazionale magari avviando progetti, che guardino al turismo e all'agricoltura sostenibile.
- Far aderire le nostre scuole al progetto "Coloriamo il nostro futuro", che mette in rete tutte le scuole d'Italia, che ricadono all'interno di parchi o territori Unesco. Pantelleria rientra in entrambi.
Un modo questo per sviluppare nelle nuove generazioni la consapevolezza delle potenzialità culturali ed occupazionali dei Parchi ed una educazione alla cittadinanza partecipata nel rispetto della legalità.

Il mio auspicio è che il parco possa davvero costituire un volano per questo territorio, uno strumento di tutela della biodiversità e al contempo un mezzo per il rilancio del settore turistico dell'isola e occupazionale per i panteschi. Mi auguro sia così.

Buon lavoro.

Angelo Casano

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