Essere donna tra varianti ed equazioni


di Chiara Sabatino

Guardo mia mamma e mia nonna lavare i piatti, dopo il classico pranzo luculliano della domenica. Mi chiedo come sarò io alla loro età. Sono così diversa da loro, da come sono oggi e da come erano ieri, da come sono cresciute, da quello che hanno avuto e voluto dalla loro vita.

DONNA = FAMIGLIA = CASA = BAMBINI

È sempre stata questa l’equazione, la legge da seguire, senza la possibilità di introdurre varianti. Ma io quelle varianti le voglio, le pretendo. Non sarei nemmeno io senza quelle varianti.

Quante volte mi sono sentita dire che quello che vorrei essere da “grande” va contro questa equazione? Tante, troppe volte.

Quante volte una donna si è sentita dire che il lavoro che ha scelto va contro la “natura” di essere madre? Tante, troppe volte.

Quante volte una ragazza si arroga il diritto di giudicare la scelta di un’altra, perché, a suo dire, va contro il progetto di amore e famiglia? Tante, troppe volte.

Come se per essere madre, per essere famiglia, per l’amore, fossero necessarie regole ed equazioni, come se stessimo parlando di matematica e numeri. Io credo nella famiglia, credo nell’amore, voglio essere madre un giorno, e non mi sembra che ci sia nulla che somigli a numeri ed equazioni in tutto questo. Quindi, mi chiedo: quando arriverà il momento di cancellare questa convinzione che ci sia un lavoro più adatto a un uomo piuttosto che a una donna, una mansione maschile e una femminile, un modello di famiglia giusto e uno sbagliato? Quando? Quando una ragazza potrà scegliere di fare il chirurgo, piuttosto che l’avvocato, o il dirigente, o il politico, o la stilista, la maestra, la modella, la psicologa e tutto quello che desidera, e possa sentirsi sicura che quello che farà non sarà considerato inferiore? Quando una donna non dovrà essere costretta a somigliare a qualcun altro nel suo lavoro? Quando una donna sarà supportata adeguatamente nel suo essere lavoratrice, madre e moglie? Sì, contemporaneamente, perché una donna può essere quello che vuole e continuare a essere donna.


Ritorno a guardare mia mamma e mia nonna. Sì, sono molto diversa da loro, ma questo non significa che sia meno donna di loro.

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