Quel terremoto che ha colpito tutti noi!



Le lancette del campanile di Amatrice si sono fermate alle 3.36 del mattino. Un intero paese si è fermato a quell'ora sotto le scosse del terremoto. Intere cittadine sono state spazzate via e con loro sogni e speranze dei più giovani. Ma ora bisogna rimboccarsi le mani. Tutti insieme, affinchè non rimanga il terremoto di Amatricie o del centro Italia, ma diventi un caso nazionale. Perchè quel terremoto ha colpito l'Italia intera, non solo i cittadini di quegli splendidi borghi. Il terremoto di ieri notte, ha colpito un intero sistema infrastrutturale italiano. Allora o si riparte da qui, o domani ci ritroveremo a piangere altri morti, altre case distrutte, altre macerie.

In momenti come questi, per fortuna, tranne qualche eccezione di puro sciacallaggio ci riscopriamo essere una nazione unica, intera, senza alcun colore che possa dividerci. La rete di solidarietà messa in atto in queste ora fa ben sperare in un Paese che nonostante tutto riscopre di essere Paese. Fa ben sperare che gli italiani in fondo non hanno mai dimenticato cosa significhi "solidarietà". Ma di certo non è stato un terremoto a ricordarcelo! Silenziosamente l'Italia in questi anni sul fronte immigrazione ha lavorato colmando tutte le criticità di questa Europa.

Da oggi riparte il tempo della ricostruzione. Quelle case dovranno essere ricostruite tutte, l'intera Italia riparte dalla ricostruzione di quei borghi, che non possono essere dimenticati. E' tempo di stringerci attorno alle istituzioni. Dinanzi a fatti così terribili, non può esserci bandiera che tenga. La politica, l'intera politica è chiamata a prendersi le proprie responsabilità; a prendere un impegno serio e concreto con gli italiani. Quei borghi saranno ricostruiti. Non perchè la ricostruzione faccia guadagnare consensi, ma perchè è umanamente giusto!

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