Brexit e l'effetto domino in Europa.

Da piccoli almeno una volta ognuno di noi l'ha fatto, ci ha provato almeno. Passavamo ore e ore a 

calcolare le distanze, posizionare ogni singola tessera al posto giusto e poi bastava un soffio o una leggera spinta per far crollare l'intera costruzione.
Si chiama effetto domino. Una reazione a catena lineare che si verifica quando un piccolo cambiamento è in grado di produrre a sua volta un altro cambiamento analogo, dando origine ad una sequenza lineare. Quindi spingendo la prima, questa urta la seconda, che a sua volta urta la terza e così via.

E' proprio quello che ci potremmo trovare dinanzi a noi, se giorno 23 Giugno in Gran Bretagna vincessero i Si a favore della Brexit. Ci ritroveremmo a riscrivere un'Europa del tutto diversa da come abbiamo imparato a conoscerla, con i suoi pregi e difetti. In realtà è l'ennesima sfida che nel giro di pochi mesi l'Europa si ritrova ad affrontare. Prima la Grecia, poi le elezioni in Austria tra i verdi e gli ultranazionalisti di destra e oggi l'Inghilterra. La Le Pen nel frattempo in Francia rincara la dose: <<Se sarò presidente proporrò il referendum per l'uscita della Francia dall'Europa>>. Si chiamerà "Frexit"!

E' chiaro che ormai negli ultimi anni nell'intero continente soffia un vento di nazionalismi e populismi. L'Europa, a guida tedesca, sembra stanca, impegnata più agli interessi economici che alla vita dei suoi concittadini. Occorre cambiare verso, perchè continuando di questo passo prima o poi sprofonderemo nel baratro, scrivendo la parola fine al sogno degli Stati Uniti d'Europa. Dovremmo recuperare- i nostri governanti dovrebbero farlo- quei valori del manifesto di Ventotene che ispirarono il sogno di una Europa unita, senza alcuna subalternità di Stati rispetto ad altri. In fondo lo sappiamo sin da bambini, ogni tessera nel domino ha uguale importanza, perchè se cede una, anche l'ultima, alla fine crolla ogni cosa.

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