A Bigger Spash: Tutto galleggia, non affonda, non c’è alcuno “Splash”



Un film Insolito, impalpabile, complesso;
 complesso come lo stato d’animo dei personaggi, delle donne. È un film di sangue, di passione, di riti, di giochi di sguardi, di droga, di amori segreti e di sesso.
Eppure c’è tutto questo ma non si vede, si percepisce appena. Nei momenti clou il regista non affonda, la cinepresa entra dentro i personaggi, ma non scava. Rimane tutto in superficie o quasi. Pantelleria è perfetta, è il quinto protagonista del film, se non il principale.Ed è proprio sotto il cielo stellato dell’isola che si compie l’omicidio. Dal nulla, senza nessun preavviso, senza nessun indizio. Una rabbia celata, impercettibile, durante tutto il film, che esplode all’improvviso. Come la forza dell’isola: un vulcano dormiente ma che potrebbe svegliarsi e uccidere.
Il film ad un tratto cambia, diventa a tratti paradossale, ricorda il circo. Animali in gabbia e un clown grottesco in divisa interrompono il dramma psicologico dei protagonisti invadendone gli spazi mentali e fisici. La Musica cambia tono e accompagna il cambio di scena. Poi di nuovo il dramma: la confessione, anche essa superficiale che non irrompe che non scava. La violenza, le lacrime, la partenza e forse la normalità nell’anormalità della vita.
In un “no sense” che miete vittime. E poco importa se gli uomini annegano in una piscina o nel Mediterraneo. La colpa comunque in quella terra di confine è di “loro”, degli altri. Alla fine tutto galleggia, non affonda, non c’è alcuno “Splash”.

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