Fondazione Res: Cresce il divario fra le università del Sud e del Nord

È stato presentato  a Palermo il Rapporto 2015 della Fondazione RES, dal titolo “Nuovi divari. Un’indagine sulle università del Nord e del Sud”. Il rapporto ricostruisce lo stato del sistema universitario italiano, denunciando non solo l’arretratezza del nostro Paese rispetto agli altri paesi OCSE rispetto ad esempio la Germania, ma soprattutto una profonda divisione tra il Sud e il resto dell’Italia.
Rispetto al momento di massima espansione nel 2008, scrivono i ricercatori, la tendenza alla contrazione ha raggiunto oggi il momento più critico: gli studenti immatricolati si sono ridotti del 20 % (quasi 66.000); i docenti sono scesi a meno di 52.000 (-17%); il personale tecnico amministrativo a 59mila (-18%); i corsi di studio a 4.628 (-18%).
Tutta colpa della tendenza comune degli ultimi governi a disinvestire nel settore universitario, che si evince anche dai dati sul Fondo di Finanziamento Ordinario, calato del 23 % nel corso degli anni. L’obiettivo europeo di raggiungere, al 2020, il 40% di giovani laureati sembra, così, decisamente fuori dalla portata dell’Italia che, con il 23,9%, è all’ultimo posto fra i 28 stati membri.
Le principali cause della fuga dagli atenei si ricerca nella mancanza di mezzi e docenti, nella insufficienza degli investimenti, nella carenza di borse di studio,tralasciando forse la vera radice del problema: non c’è alcuna politica che leghi il mondo universitario direttamente al mondo del lavoro visto che le poche aziende che assumono giovani offrono un “sotto-lavoro” mal retribuito,e più che guardare al curriculum basato sui titoli di  studio preferiscono l’ esperienza professionale.
Anche il rapporto della fondazione Res è stato al centro del dibattito in occasione della tavola rotonda presso la Residenza San Saverio durante la notte bianca dell’ERSU.Sulla situazione generale dell’università siciliana è intervento telefonicamente anche l’assessore all’economia Alessandro Baccei:<< Non vogliamo tagliare i soldi alle università. Vogliamo spenderli meglio. Evitando sprechi e concentrandoci a favore degli studenti e della qualità della formazione. Il futuro passa dalle università, dalla ricerca e dall’innovazione ed è su questi aspetti – conclude l’assessore–  che dobbiamo intervenire con le risorse razionalizzando la spesa>>.

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