Pantelleria un'isola di artisti,filosofi,scrittori e agricoltori. Manca però....

Pantelleria non è solo l’isola del vento, l’isola dei capperi, del lago Specchio di Venere e dei soliti luoghi comuni che siamo soliti leggere nei vari articoli che girano sui mezzi stampa.
Pantelleria è anche l’isola dei giovani, di artisti, di musicisti,di archeologi,di agronomi, di filosofi,di pescatori e di agricoltori.
In questi anni di Agorà abbiamo avuto modo di ospitare nei nostri incontri, tantissimi giovani musicisti, cantanti, ballerini, ma anche tanti autori di libri, artisti, pittori e persino filosofi.
A Pantelleria c’è tanta di quella energia e tanta di quella creatività da far invidia anche alle più grandi città italiane. Il problema è solo uno, non c’è chi investe, chi punta sulle nuove generazioni, sui talenti nostrani che spesso sono portati a lasciare “a vita” la nostra isola per cercare fortuna altrove.
Mi ha colpito l’intervista rilasciata dall’assessore Caleca al quotidiano Pantelleria Internet. Un passo della suddetta intervista recitava tali parole: <<non accontentatevi di vivere ai margini della città-afferma l’assessore del governo Crocetta- ma sperimentatevi imprenditori sull’isola di Pantelleria>>. Aggiungerei: Non accontentiamoci di vederci o di vivere come abitanti ai margini dell’Italia o dell’Europa, piuttosto iniziamo a considerarci come abitanti al centro del Mediterraneo.
E’ solo un gioco di prospettiva, un gioco di angolazioni. Bisogna oggi saper scegliere nella società caotica in cui viviamo, quale punto di vista assumere. Scopriremo con gran sorpresa che il bicchiere da mezzo vuoto,sarà così pieno di acqua da non avere spazio per una sola goccia in più.
Nel corso dell’ultima stagione estiva, lanciando il sito manio.it, ho avuto modo di poter constatare la straordinaria quantità di eventi organizzati sulla nostra isola. Eventi anche di un certo spessore, la gran parte di questi, eventi culturali che hanno dato spazio alla cultura, alla musica, alla letteratura, alla creatività dei giovani e meno giovani dell’isola. Credetemi una quantità tale di eventi che neppure a Bagheria,città che ospita più di 60 mila abitanti, dove ho vissuto per circa 8 anni, ho mai visto.
Dunque Pantelleria non solo vanta uno straordinario paesaggio da far invidia a qualsiasi altro luogo su questa terra,ma dispone di un energia, di una potenzialità immane dei propri abitanti. Manca però chi decide di investire odi credere su tali potenzialità. Manca una mentalità imprenditoriale, dei manager, manca il capitale se volessimo tradurre il concetto in termini prettamente economici. Manca probabilmente un pizzico di fiducia in più sulle proprie capacità e sulle capacità degli abitanti dell’isola. Manca il coraggio di scommettere su se stessi. Prevale troppo spesso quel senso di apatia o di indifferenza che si esprime nella classica frase/domanda: ma cu tu fa fare?
…Manca l’anima talvolta.
C’è chi l’ha capito, l’ha gridato persino. Ricordo uno spettacolo dell’amico Gianni Bernardo di almeno 10 anni fa: “il paese dei minifuttu”. Gianni con la sua lettura tanto cruda e amara quanto reale ha perfettamente dipinto uno spaccato di vita, di vita comune, di mentalità, ahimè, isolana
L’emblema di tutto ciò è incarnato nella nostra vite ad alberello, recentemente insignita del riconoscimento Unesco. Ad essere riconosciuto in realtà non è stata la vite in se quanto il lavoro, la creatività del contadino pantesco che da più di 2000 anni ha preservato, tramandato una pratica agricola unica nel suo genere.
Eppure non mi sembra che l’agricoltura pantesca navighi al momento nell’oro!
In un isola che vanta grandi eccellenze vinicole, esistono solo 20 cantine e tra queste poche di proprietari panteschi. Preferiamo vendere i nostri terreni e poi andare a lavorarli per gli altri.
E’ giunto il momento. E’ arrivata l’ora: non accontentiamoci più, non andiamo più alla ricerca del posto fisso all’interno dei vari enti, amministrazioni, crediamo (soprattutto credeteci anche voi) nelle potenzialità della nostra isola, potenzialità umane e se volete anche geografiche. Altrimenti Pantelleria, ahimè, diventerà un’isola da conquistare, alla portata del primo straniero di turno, magari anche invitato,che intelligentemente e con cinismo saprà “sfruttare” la nostra storia, le nostre terre, le tradizioni dei nostri padri e noi ancora una volta ci accontenteremo di lavorare per gli altri e mai per noi stessi e per la nostra isola.
Mi piacerebbe un giorno poter chiamare Gianni e poterlo finalmente smentire (sono sicuro che ne sarà felice) e magari vedere un suo nuovo spettacolo, questa volta intitolato: “U paesi degli artisti, il paese dei sogni realizzati, Il paese dei panteschi.”

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