Pantelleria e il diritto alla vita



Io le ricordo le manifestazioni contro la chiusura del punto nascite. Ricordo il febbraio del 2013. Ci ritrovammo dinanzi l'ospedale, c'era molta gente. C'erano i presidenti dei circoli, gli studenti, le mamme che da lì a poco avrebbero messo alla luce il proprio figlio. Parallelamente a Palermo sotto l'assemblea regionale Siciliana e a Roma si riunivano altri panteschi, altri amici di Pantelleria. Una manifestazione silenziosa, composta, pacata, con un'unica voce: aprire il punto nascite. Nascere a Pantelleria è un diritto. Non siamo figli di serie B". 


Nel frattempo altri punti nascite con parti inferiori a 500 chiudevano
, il nostro resisteva. Ricordo la proroga, poi la sospensione del punto con le mamme costrette a viaggiare lungo e largo la Sicilia in attesa dei concorsi e del completamento della pianta organica. Ne sono passati di anni. Nel frattempo le mamme partorivano fuori l'isola salve qualche sporadico caso.


Continuavano le riunioni, qualche slogan buttato qui e li tanto per dire qualcosa di sensato nell'insensatezza generale. Oggi, mentre la proroga volge al termine se non rinnovata, rimangono voci sempre più flebili, più sole, più fioche che chiedono che venga rispettato il diritto più sacrosanto: il diritto alla vita.

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