Nuovi fondi per i beni immateriali Unesco. E' una buona notizia per Pantelleria?




L’Opera dei Pupi, il Canto a Tenore dei pastori sardi, l’Arte del violino a Cremona, la Dieta mediterranea, la Rete delle città delle macchine a spalla (Viterbo, Nola, Sassari e Palmi Calabro) e la Vite ad alberello di Pantelleria potranno d’ora in poi godere in Italia della stessa attenzione, degli stessi fondi e della stessa valorizzazione riservati ai siti UNESCO. Con il via libera all’unanimità in sede legislativa da parte della commissione Cultura del Senato, e’ stato approvato in via definitiva il  provvedimento che assegna pari dignità e risorse ai beni immateriali patrimonio Unesco equiparandoli ai beni materiali.
“Si tratta di misure attese da anni”, ha detto la relatrice Elena Ferrara (Pd): “L’Italia è la prima nazione al mondo per numero di siti Unesco, ma non tutti sanno che molte delle nostre eccellenze sono immateriali”. A garantire la programmazione delle salvaguardia del patrimonio saranno il milione e 300 mila euro stanziato per i beni dell’Unesco, più altri 800 mila euro di fondi Mibact previsti nella legge di Stabilità 2016.

E' certamente una splendida notizia anche per l'isola di Pantelleria che nel Novembre del 2014 ha ottenuto il prezioso riconoscimento Unesco per la "pratica agricola della vite ad alberello". 

Ma in questi anni cosa è stato fatto per la valorizzazione e la tutela di questo prestigioso riconoscimento?

Di certo il "Passitaly", la Kermesse dei vini passiti del mediterraneo che per tre anni di fila si è celebrata sull'isola ha rappresentato quanto meno uno spazio dove parlare e far parlare della vite ad alberello e delle straordinarie fatiche dei contadini panteschi che per due mila anni, sfidando la natura, hanno reso possibile che questa tradizione agricola venisse tramandata nel tempo.

Ma i problemi sono tanti.


Il lavoro del contadino negli ultimi anni è stato sempre più umiliato se considerate che un quintale di uva zibibbo è arrivato ad essere pagato solo 28 euro.
Negli anni sempre più giovani hanno abbandonato la terra e l'agricoltura perchè in essa non intravedevano, a torto o a ragione, alcuna prospettiva di lavoro e di redditto. Il risultato è che oggi sempre più terreni sono incolti ed abbondati a se stessi.

Aprire un istituto di agraria sull'isola potrebbe essere una soluzione per far riavvicinare i giovani alla terra. Fenomeno questo che ultimamente si sta registrando in tutta Italia, basti pensare che negli ultimi anni sono stati proprio gli istituti di Agraria a registrare un tasso maggiore di iscrizioni da parte degli studenti.

A Pantelleria ad oggi manca  una "strada del vino", uno strumento presente in molti comuni a vocazione agricola e turistica, 
che possa permettere di far sistema tra le cantine vinicole presenti sul territorio, oltre che rappresentare un bel mezzo per accrescere il settore enoturistico dell'isola, che di certo ha tutte le carte in regola per rappresentare una risorsa economica fondamentale per lo sviluppo del territorio e per la tutela dell'ambiente e in questo caso della "nostra pratica agricola".

All'indomani del riconoscimento Unesco- è sempre bene ricordar(ce)lo- Gian Antonio Stella sulle pagine del Corriere della Sera, brindando con un bel bicchiere di passito allo straordinario riconoscimento per Pantelleria ammoniva: Se l'italia continua a gestire in questa scellerata maniera i suoi beni Unesco, prima o poi saranno revocati- e concludeva- Cin cin. Speriamo che lo zibibbo venga trattato meglio...". 

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